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Premiazione per il concorso di idee le “abitazioni del terzo millennio”

INDICE

COMUNICATO STAMPA 


Case con spazi che cambiano continuamente:
ecco le “abitazioni del terzo millennio”. Premiazione il 15 ottobre 

Dopo il rinvio, causa Covid, dell’anno scorso, i riconoscimenti per il concorso di idee “Lo spazio abitativo del terzo millennio” saranno consegnati alla Palazzina Reale. Il concorso è organizzato da Fondazione Architetti Firenze per Pucci Saoro (titolare del marchio RasoParete) e studio Eutropia Architettura.

Firenze, 28 settembre 2021 – E’ in programma il 15 ottobre, con inizio alle ore 15.30, la premiazione del concorso di idee “Lo spazio abitativo del terzo millennio” in sala corsi, all’interno della Palazzina Reale. Il concorso, che si era concluso l’anno scorso ma senza premiazione a causa del Covid, è organizzato da Fondazione Architetti Firenze per Pucci Saoro (titolare del marchio RasoParete) e studio Eutropia Architettura con il coordinamento di Antonella Tundo.

Le “abitazioni del terzo millennio” che hanno vinto sono una casa studio in grado di difendere la vita al suo interno da minacce esterne e un’altra dagli spazi flessibili e continuamente riformulabili, cuciti su misura delle esigenze dei suoi abitanti, per formare tante case in una sola casa.

Il concorso chiedeva ai partecipanti di progettare una casa studio per una famiglia composta da una coppia, che contenesse al suo interno almeno un living, una cucina, due bagni, due camere da letto e uno studio, prevedendo l’utilizzo di elementi RasoParete di chiusura, apertura e oscuramento. Nonostante sia stato lanciato prima dell’inizio dell’emergenza sanitaria Covid-19 e del conseguente lockdown, i risultati sono dunque quelli di case che rispondono ad esigenze più che mai attuali, dopo che la pandemia ha cambiato il modo di vivere, abitare, lavorare. 

Sono stati 60 i progetti che hanno partecipato, provenienti da tutta Italia: a vincere sono stati tre giovani architetti, tutti under 30, Elisa Ferreri, Orsola Spada e Nicola Talamonti, di Ancona, con il progetto “Moenia”, che si sono aggiudicati il primo premio da 3.000 euro. Menzione per il progetto “Casa punto” presentato dagli architetti Riccardo Di Virgilio, Niccolò Di Virgilio ed Enrico Chinellato, di Firenze, anche loro under 30 e under 40. 

A giudicare gli elaborati è stata la giuria composta da Laura Andreini, professore associato presso il Dipartimento di Architettura (DIDA); Andrea Pucci, AD e responsabile commerciale Raso Parete; Eva Parigi; Tommaso Rossi Fioravanti. A coordinare il concorso Antonella Tundo.

L’obiettivo del concorso bandito dall’azienda Pucci Saoro srl era individuare nuovi concept innovativi con i propri prodotti e le sue tecnologie. La Fondazione Architetti Firenze, promotrice di concorsi di progettazione, è impegnata nella promozione della cultura del progetto e nella diffusione delle buone pratiche e della cultura dell’architettura. 

I vincitori

Dopo un’ampia disamina la giuria individua l’elaborato contrassegnato dal codice  EFPIODNAT393 (progetto “Moenia”) come progetto vincitore per i seguenti motivi:

Questo progetto ha risposto in maniera coerente ed intelligente a quanto richiesto nel bando, con l’utilizzo non convenzionale dei sistemi RasoParete, indagando una distribuzione sperimentale per l’abitazione del terzo millennio. In questo progetto l’aspetto concettuale e quello pratico trovano una perfetta fusione.

Ed inoltre individua l’elaborato UNIT10X6 (progetto “Casa punto”) per come progetto meritevole di menzione per i seguenti motivi:  il progetto ha indagato in maniera meritevole lo spazio dell’abitare nelle sue forme mutevoli e flessibili con un interessante interpretazione e uno studio sullo spazio abitativo del terzo millennio. Il progetto è risultato meno originale per l’uso dei sistemi RasoParete.

Premio da € 3000

Elisa Ferreri, Orsola Spada e Nicola Talamonti, di Ancona, con il progetto “Moenia”.

Moenia è una cinta muraria che difende la vita al suo interno da minacce esterne. Moenia è una massa muraria che limita e racchiude un rifugio accogliendo la luce e l’intorno da punti specifici.

Motivazioni

Moenia è una storia che ha origine dalla riflessione sul significato e sui modi dell’abitare del terzo millennio e, più in generale, sulle aspettative che questa definizione cronologica genera. Dal momento che esso è iniziato da appena due decenni, non siamo ad oggi in grado di tracciarne un bilancio né abbiamo la pretesa di definirne gli sviluppi o di considerarlo un periodo unitario. Dunque, alla domanda “cosa significa abitare nel terzo millennio?” abbiamo dato risposta attingendo alle impressioni che l’immaginare i prossimi mille anni suscita nell’immaginario collettivo: l’ebbrezza per il progresso tecnologico e l’inquietudine per la consapevolezza della crescente vulnerabilità della biosfera.

Concept generale

Distinguersi e, allo stesso tempo, fondersi con la materia del sito in cui è collocato sono i principi che dettano l’articolazione spaziale di Moenia. Differire e coesistere. I pieni sono setti verticali che, grazie alle soluzioni offerte dai sistemi Rasoparete, appaiono massicci, compatti, quasi scolpiti, pur contenendo al loro interno vani per funzioni di servizio (cucina, bagni, dispense) e condotti che convogliano al piano terra la luce zenitale proveniente dalla copertura. Costituiscono la struttura portante dell’edifico e, inoltre, configurano due tipi di vuoto: quello racchiuso all’interno dell’involucro murario e quello che ne resta escluso, ovvero tutto l’ambiente circostante. Dal secondo, Moenia vuole restare distaccato ed indifferente, mostrando quattro prospetti lapidei identici; del primo, invece, vuole essere custode, uno scrigno al cui interno ritrovare preziose ed inattese atmosfere. Come la corte di cristallo e luce, da cui emerge intatta e nella sua forma originaria la materia del suolo, un paesaggio domestico segnato dall’autenticità del legame con la terra. O come la leggerezza di tende che con il proprio movimento di apertura dettano configurazioni spaziali diverse.

Caratteristiche del progetto

Uniformità delle superfici murarie, trasparenza delle pareti divisorie, leggerezza e flessibilità delle partizioni mobili, soluzioni di oscuramento, maniglie a scomparsa: funzionalizzare e formalizzare queste componenti è stato possibile grazie ai sistemi Rasoparete quali Fantasmino, Combi Fantasmino, Combibox, Cebox, Rasovitra.

 Menzione speciale

Menzione per il progetto “Casa punto” presentato dagli architetti Riccardo Di Virgilio, Niccolò Di Virgilio ed Enrico Chinellato, di Firenze.

Casa punto è un modulo abitativo compatto. Un volume rigoroso all’esterno ma flessibile e articolabile negli spazi interni. Casa punto è continuamente riformulabile e cucita sulle esigenze dei suoi abitanti, riflette sul vivere minimo e sulla evoluzione dell’abitare contemporaneo.

Casa punto è tante case in una sola casa

La struttura è realizzata in pannelli x-lam con un impianto simmetrico e regolare. ll quadrato di base è suddiviso in quattro stanze generiche anch’esse quadrate. La croce centrale che le separa è un muro abitato da tutte le funzioni di servizio. Nascosti dai sistemi Rasoparete, questi spazi si rivelano attrezzando le stanze, qualificandone la funzione in senso flessibile e vario.

La casa è dotata di un plenum prefabbricato per alloggio dei gruppi impianti. Tale soluzione permette una estrema facilità di cantierizzazione e successivamente di manutenzione, trattandosi di sistemi a secco. Al contempo i plenum impianti permettono di snellire i solai, concentrando tutti gli elementi in una trave spessa che divide i locali principali.

La distribuzione degli ambienti è flessibile: la casa è dotata di due solai mobili. Questi si sposano con la versatilità delle stanze polifunzione e dei sistemi Rasoparete, estendendo ad un altro livello le possibilità di utilizzo dell’unità. Di giorno la casa è luogo di lavoro al primo pano, aperta su due doppi volumi nella zona giorno a livello terreno. Di notte al contrario assume un diverso layout. Con la chiusura dei solai e la comparsa delle camere da letto gli ambienti si adattano ad una conformazione meno permeabile con la predisposizione di tutte le otto camere quadrate.

La casa è dotata di due spazi di interfaccia. Il primo è la zona di accesso, al contempo garage, locale tecnico e spazio buffer. ll secondo è la stanza vuota sul tetto, immaginata come luogo di ulteriore espansione dell’ambiente domestico e spazio di sfogo direttamente innervato dal cilindro di distribuzione verticale che termina in una sorta di boccaporto verso lo spazio esterno.

Casa punto è pensata per due scenari di riferimento. Da un lato vuole proporsi come unità parassita, in grado di inserirsi in contesti preesistenti per le potenzialità della struttura x-lam di uscire dalla griglia strutturale. Dall’altro invece casa punto si propone come soluzione intelligente per nuove densificazioni a basso consumo di suolo, semiprefabbricate e ottimizzate sia in termini di flessibilità di utilizzo che di sostenibilità e risparmio energetico.

Casa punto, grazie alla sua tecnologia trave\parete, è una casa impilabile in duplex, volta a strategie di insediamento sostenibili e al minimo consumo di suolo. Una torre di stanze multifunzionali, minime ma generose, ottimizzate con i sistemi Rasoparete.